lunedì 25 marzo 2013

E' come essere posseduti.

E' come essere posseduti, soffrire di disturbi alimentari. Arrivi al punto in cui non sei tu, non più, a parlare. L'anoressia prende il controllo della tua vita, ti prende in giro con mille scuse, come: ''sono stanca di lottare, mi fermo per un pò poi riprendo'', ''solo per qualche giorno, poi mangio di più'', ''è l'unico modo che ho per sopravvivere in questa vita''. Ti raggira, ti illude, e quando accetti le sue proposte in fondo, nel profondo di te stessa, SAI che sono solo balle. Che tornerai nel circolo vizioso, se cedi. L'anoressia è sempre lì, pronta ad aggredirti, non appena ti distrai un attimo lei ti riprende. E poi ti possiede, e parla per te.
''Ho bisogno di tempo''
''Ho bisogno di toccare il fondo per poi risalire''
''Sono solo stanca, ricomincerò a lottare prima o poi, ma non ora''.
Il fondo, se hai un dca, lo hai già toccato. Lo hai toccato le volte che ti sei messa a piangere a scuola perchè la barista ti fa un caffè e ci mette la cioccolata sopra, e sei costretta a dirle di buttarlo, perchè tu non lo vuoi.
Lo hai toccato quando quella volta hai preso dal cestino dell'immondizia il cibo avanzato o cestinato, perchè avevi svuotato completamente le dispense.
Lo hai toccato quando avendo mangiato anche la roba dalla pattumiera, hai mangiato la carne cruda, e le cose congelate dentro al freezer.
Lo hai toccato quando non potendo vomitare in casa, sei uscita e hai vomitato in un bar. Lo hai toccato quando la domenica, con i bar chiusi, hai vomitato dietro un cespuglio nonostante fossero le 11.00 del mattino.
Lo hai toccato quando hai digiunato una settimana, bevendo solo caffè senza zucchero per tenerti in piedi.
Lo hai toccato quando, durante l'ora di ginnastica a scuola, sei svenuta e appena ti sei ripresa ti hanno allungato una bustina di zucchero in una mano, e tu hai avuto una crisi di panico, e piangendo hai gridato davanti a tutta la classe: ''quella merda non la voglio, voglio morire'' piangendo con l'affanno.
L'hai toccato quando ti hanno ricoverata per quasi tre mesi per il basso peso raggiunto, i tagli troppo profondi, il rischio di rompimento dell'esofago, e le ideazioni suicidarie.
Lo hai toccato talmente tante volte che, oramai, hai perso il conto. L'anoressia tenta di convincerti che così non è. Sta solo a te non arrenderti, e continuare a lottare. SOLO A TE STESSA.

Ho una voglia di mollare sovraumana, ho una voglia matta di tornare ai miei digiuni e alle mie ossa. Questo è il momento in cui, più di tutti, devo continuare a perseverare, nonostante tutto.
Ho voglia di mollare tutto quanto e arrendermi.
Non mi taglio dall'undici di marzo. Ho una voglia matta di farlo.




Una volta, quand'ero una ragazza vera, avevo una migliore amica.
Vivevo a casa sua, la mattina ci alzavamo insieme e andavamo a scuola insieme, con un solo sorriso ci capivamo. A pranzo tornavamo a quella che oramai era casa nostra, e preparavamo il pranzo, nonostante io pesassi 46 kg e facessi fatica a mangiare. Mi sforzavo per me stessa, e per lei. Lei era la mia forza, la forza della mia vita. Ci imbottivamo di tisane e studiavamo gran parte del pomeriggio, mischiavamo la crema al cacao della Novi con la jocca, e passeggiavamo per ore con le cuffie cantando a squarcia gola per tutto il quartiere, incuranti della gente che ci guardava male. La sera cenavamo con le salsicce e le patate al forno della sua mamma, mettendoci sopra il dado da brodo, e poi stavamo nel letto a chiacchierare per ore e ore, a metterci lo smalto, a scrivere, a leggere. Lei mi curava i tagli, le ferite, mi abbracciava quando cadevo, e mi aspettava seduta nel letto, con gli occhi che mi dicevano ''Grazie a dio sei qui ora, e stai bene, io ci sono, ti sto sostenendo e sono qui per te'', quando andavo a vomitare nel suo bagno. Cantavamo canzoncine nel terrazzo di casa sua, e fumavamo sigarette in pigiama alle due di notte. Dormivamo nello stesso letto, qualche volta abbracciate, con scalda-sonno, l'unica cosa che così magra com'ero mi facesse stare bene e non sentire freddo.
Quand'ero una ragazza vera avevo una migliore amica. Poi mi hanno ricoverata, ed ho rovinato tutto. Ora mi priva di qualsiasi cosa, anche delle sue parole, in quel dannato quaderno. Mi ha sostituita nel giro di due mesi, con una persona che criticava spesso con me. Lei il dannato quaderno, ora, lo legge.
E' cambiata. Dice che vuole recuperare il nostro rapporto, ma sono solo io a fare sforzi per riuscirci. Lei scappa da me. Lei non fa più nulla per tornare com'eravamo, si allontana sempre più, anche dal nostro migliore amico, che mi da ragione.
Dice che dal ricovero sono cambiata. Ho tentato di spiegarle che, sicuramente, l'ho fatto: ma in meglio. Mi hanno ricoverata per il bassissimo peso. I tagli. I pensieri suicidi. Ora sto meglio, sempre male, ma meglio. Quella ragazza è anche fra le mie amicizie nel profilo con tutte le ragazze che soffrono di dca. Il mio posto. Il MIO stramaledettissimo posto. Perchè l'ho aggiunta? Lei mi priva delle sue parole, io non voglio che legga le mie, non più. Forse in questi giorni la eliminerò, chissà.
Vorrei scriverle, sputarle addosso tutto il dolore che sento, le false promesse che mi ha fatto, gli sforzi che sto facendo sia per sopravvivere, sia per ricreare il rapporto che lei sta smontando. Io faccio sforzi immani, lei li respinge.
Forse l'ho persa per sempre. Ne sono terrorizzata.
Una volta ero una ragazza vera con una ragione per vivere. Ora fa tutto schifo.
Però io sono stufa, incredibilmente stufa.
 Le do tempo da 5 mesi.
Mi sta trattando una merda, in tutti i sensi. Sta cambiando, e non lo dico solo io. non è più la stessa.
MI SONO STUFATA DI CERCARLA SEMPRE IO E DI PROSTRARMI A MO DI TAPPETINO.
MI SONO STUFATA DI DARMI COLPE CHE NON HO.
IN QUESTA VICENDA IO DI COLPE NON NE HO NEMMENO UNA. QUESTA VOLTA LA COLPA E' SUA.
STA A LEI TORNARE DA ME. IO NON TORNO PIU'.


Sta foto è vecchissima. Qui ero ancora un ammasso di lardo, bleah.



XOXO,
LIA LIA.

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