martedì 2 aprile 2013

Welcome to my hell.

Benvenuti nel mio inferno. Il mio inferno è formato da numeri, calcoli, caffè ed acqua. Cibo mancato, parole ingoiate, sentimenti vomitati. Paure infinite, addizioni, thè da due calorie.
Questo è il mio inferno. Ho lottato al suo interno, per molto, molto, troppo tempo. Non ho ottenuto risultati.
E' avvilente. Difficile. Toglie il respiro. Fa piangere.
Ho lottato con tutta me stessa contro un mostro che ha vinto in partenza, con tutte le mie forze, con tutta me stessa, con la voglia di sconfiggere il male che ho dentro per un futuro migliore, una vita migliore.
E' stato tutto inutile. Per la millesima volta sono qui, a piangere per una mela che non avevo previsto. Con la voglia di chiudermi al cesso per buttarla fuori, buttar fuori quel veleno che mi scorre nel sangue, nella testa, nell'anima.
Cazzo, sono così stanca. Stanca di lottare contro qualcosa che è troppo, troppo grande. Grande per me, per voi, per tutti. Troppo grande per essere sconfitta o tenuta a bada. Troppo grande per sfuggirgli.
Dicono che si guarisce, anche se mai del tutto...Io non ci credo, non ci credo più. Sono condannata. Condannata ad una vita piena di falsità, una vita determinata da un numero, una vita senza più ossigeno.
Tanto alla fine, cos'è che cambia? Sono già morta. Distrutta. Spiazzata. Tanto vale che la pianti di far finta che vada tutto bene, perchè sono ridicola. Tanto vale che io mi arrenda a questo mostro, che lasci che mi mangi dentro, che mi uccida del tutto. Si, certo, ora cammino, respiro, parlo. Ma dentro? Cosa mi rimane di me, dentro? Il deserto. Sabbia, solo tanta sabbia, niente sole pronto a scaldarmi.
Mi guardo allo specchio e tutto ciò che vedo mi fa ribrezzo: anche se pesassi 30 kg la reazione sarebbe la stessa. Cosa mi rimane da fare? Prendo l'unica cosa che mi rimane per farmi del male, prendo quel rasoio, quello che ho rubato a mia sorella quand'ero ricoverata. Tiro su la maglia e disegno una, due, tre, mille linee sulle costole, e poi sui fianchi. E poi piango, piango così forte che ho paura che qualcuno possa sentirmi.
Mi siedo in terra, nel bagno, accanto al termosifone. Ho sempre così tanto freddo...
Tampono le mie ferite con la carta igienica, non è un film, nessuno leccherà le mie ferite, nessuno mi consolerà, saremo io e me stessa, basta così.
Sono distrutta. Morta. Stanca. STREMATA.
Non combatto più. Mi ha rubato tutto, tanto: amici, felicità, concentrazione. Tutto quanto. Che mi rimane da fare?
Io mi arrendo. Basta, cristo.
MI ARRENDO. BASTA COMBATTERE.
Lascerò che si nutra di me e della mia anima. Basta combattere, è tutto tempo perso.

Welcome to my hell: anorexia.


Lia.

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